Aiutare i bambini a fare i compiti in questo periodo è più impegnativo che mai. Tante novità a cui abituarsi- la didattica a distanza, le lezioni su Zoom – e professori e maestri che ci sono, ma non sono sempre presenti per chiarire, spiegare, corregere. Quindi i genitori si ritrovano a dover sostenere lo studio dei figli in modo diverso da prima. Ma quanto e come bambini e ragazzi vanno aiutati con i compiti? Se vuoi sapere cosa ne pensiamo noi, continua a leggere.
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Oggi si fa così: i genitori – dalla prima elementare al liceo – aiutano i figli a fare i compiti. Giù a fare pensierini, equazioni, piccoli problemi, scrivere tabelline. I più estremi si sostituiscono addirittura ai figli, preparano le verifiche come se fossero loro stessi a doverle sostenere, verificano con apprensione il voto ottenuto sul registro elettronico.
Il comportamento dei genitori è senz’altro comprensibile. Le cose da fare sono tante, studiare a distanza non è come studiare andando a scuola. E poi molte delle nostre aspettative rispetto al futuro dei figli sono legate al loro livello di istruzione e quindi al successo negli studi. Ma è giusto affiancare quotidianamente i figli nello svolgimento dei compiti a casa?
NON aiutare i bambini a fare i compiti!
In realtà, pare, mica tanto. Aiutare i figli a fare i compiti può essere dannoso. Come riporta l’Ansa, uno studio delle Università della Finlandia orientale e di Jyväskylä ha dimostrato che aiutare troppo i figli a fare compiti nuoce al loro sviluppo. Mentre invece aiutarli a fare da soli li rende più tenaci e più combattivi.
Secondo i ricercatori, ciò dipende dal fatto che quando non resistiamo alla tentazione di aiutare i figli a fare i compiti o peggio ci sostituiamo a loro, mandiamo un messaggio sbagliato: Non sei capace di farli da solo. Quando invece un genitore sceglie di incoraggiare il bambino a fare i compiti da solo gli sta dicendo: Hai tutte le capacità per farlo, bravo!
Quello che proprio non bisogna fare è diventare “genitori spazzaneve”, che tolgono qualsiasi difficoltà dal percorso dei loro bambini. La ricerca? La faccio io! Il voto è troppo basso? Vado subito a parlare con il professore! Il risultato sarebbe privare i figli di ogni capacità di cavarsela da soli, nelle piccole e grandi cose.
Quindi, ecco cosa proprio non dovresti fare:
- fare i compiti al posto di tuo figlio: oltre a dimostrargli che non è capace, impedisci al tuo bambino di crescere, imparare, misurarsi con l’esterno (la scuola, i doveri, gli obbiettivi da raggiungere);
- correggere i compiti che ha fatto da solo e farglieli ricopiare in bella prima di portarli alla maestra. Oltre a immischiarti nella relazione di apprendimento fra allievo e maestro stai facendo a tuo figlio un’iniezione di ansia: non si può sbagliare! Al contrario, tuo figlio dovrà parlare dell’errore con la maestra. Gli servirà a non farlo più e a capire che fare errori non è la fine del mondo! Come dice il proverbio, sbagliando si impara.
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Aiutali piuttosto a fare da soli
Il celebre detto di Maria Montessori torna utile anche quando ci si interroga se aiutare i figli a fare i compiti. In realtà i genitori, per incoraggiare i bambini a fare i compiti, dovrebbero trasformarsi in “allenatori” dei propri figli, non certo giocare la partita al loro posto.
Quindi, “aiutare i figli a fare i compiti” dovrebbe diventare piuttosto aiutarli ad organizzarsi, predisporre per loro un ambiente idoneo allo studio, stimolarli alla concentrazione (un po’ come abbiamo visto quando ci siamo occupati di come fare i compiti delle vacanze estive).
E diventa il loro allenatore
Quindi, per diventare l’allenatore di tuo figlio, stimolarlo a fare i compiti presto, bene e… da solo, prova a cambiare prospettiva:
- organizza, magari insieme a lui un luogo idoneo a fare i compiti che sia ben organizzato, al riparo dalla confusione della casa e dai giochi dei fratellini più piccoli, ben illuminato;
- stabilisci regole precise: dopo i compiti si potrà giocare un po’ ai videogiochi? Durante, invece, nessuna tv, tablet e portatili vanno tenuti spenti, il cellulare (se già ce l’ha) lontano;
- intervieni solo per disciplinare il tempo, all’inizio e non continuamente, il che metterebbe tuo figlio inutilmente sotto pressione. Per esempio, decidi che i compiti devono essere svolti in due sessioni di mezzora ciascuna. Da’ il via, lo stop, la ripresa, lo stop finale;
- non sederti lì con lui, a fare la stampella. Piuttosto, intervieni su richieste puntuali (Mamma leggiamo insieme il comando dell’esercizio?) e poi allontanati;
- dimostra interesse per il compito quando te ne parla, condividi il suo piacere di guardare insieme i quaderni e le correzioni dell’insegnante: gli dimostrerai interesse per quello che fa, e ammirazione per i suoi risultati.
Insomma, l’approccio per aiutare i bambini con i compiti di scuola dovrebbe essere: io sono qui per aiutarti a trovare il tuo metodo, la tua autonomia e la tua autostima (anche).
Nel caso tu non abbia tempo, perché magari lavori da casa in questo periodo, puoi cercare un aiutocompiti a distanza, che dia una mano ai ragazzi con i compiti collegandosi in videochiamata. Stabilisci con la persona che scegli delle linee-guide e concorda con lei come aiutare il bambino con i compiti.
Per approfondire
Un buon modo per approfondire questi temi e saperne di più su questo punto di vista, se ti interessa, è quello di seguire il blog di Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il Dipartimento di scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, autore di un libro che parla anche di questo (Il metodo famiglia felice. Come Allenare i figli alla vita, De Agostini 2018).
Atre risorse che puoi trovare su questo blog e che riguardano la psicologia del bambino, i meccanismi alla base dei suoi comportamenti, e l’impatto che la nostra azione di educatori può avere sul loro sviluppo sono i post su:
- le paure dei bambini
- capire i bambini: 5 comportamenti da interpretare
- stili educativi efficaci per essere un bravo genitore
- l’ansia da separazione nel bambino
Che ne dici, ce la possiamo fare? Raccontaci la tua esperienza, ti aspettiamo!
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