È arrivato il momento di rientrare al lavoro dopo la maternità. Comincia per le mamme un periodo duro. Sempre in conflitto fra casa e lavoro, sempre in debito di tempo e di ossigeno, sempre in colpa (non lavoro abbastanza! non sto abbastanza con mio figlio!). Per aiutare le mamme lavoratrici ad uscire dal tunnel abbiamo preparato questa guida pratica. Ti interessa sapere cosa potresti fare per organizzare la tua vita un po’ meglio? Continua a leggere!
Indice
Al lavoro dopo la maternità, dopo 3, 6 o 9 mesi di congedo. Per una mamma tutto cambia: lasciare il piccolo in altre mani, cambiare ménage familiare, dividere il proprio tempo fra il dentro e il fuori. Proprio il tempo diventa la nota dolente, e molte mamme istintivamente risolvono rinunciando al tempo per sé, del tutto o in parte.
Ma il peggio – in termini di stress, fatica, frustrazione – non è questo. Il peggio è il “sovraccarico mentale” che ogni madre conosce. Il sovraccarico del pensare alla cena mentre si va al lavoro, di prenotare il vaccino in pausa pranzo, di organizzare al volo il pomeriggio del bambino quando ti annunciano una riunione improvvisa.
Una disegnatrice, Emma, ha dedicato alla charge mentale delle donne una striscia perfetta: Bastava chiedere! (per chi non legge il francese, sul Corriere.it si trova un articolo dove la striscia è parzialmente tradotta e commentata).
Per non cadere nella trappola del “sovraccarico mentale” al momento di tornare al lavoro dopo la maternità, l’unica cosa sensata che possiamo fare è farci aiutare. In tutte le forme e da tutti coloro che possono: i nonni, i papà, la baby sitter.
Questo blog è dedicato proprio a questo: alla condivisione della cura dei bambini. Quindi, abbiamo pensato di dedicare a te che stai per rientrare al lavoro dopo la maternità un sorta di guida pratica, per accompagnarti alla ricerca di tutte le risorse utili per imparare a condividere (se non eliminare del tutto) il tuo “sovraccarico mentale”.
Cosa fare PRIMA di tornare al lavoro dopo la maternità
L’obiettivo è quello di avere non solo pronta ma anche ben rodata la tua routine. Il bambino ben inserito al nido, oppure la baby sitter già a suo agio.
Informati e scegli
Se hai deciso di tornare al lavoro subito dopo la maternità, sulla base delle tue abitudini, del carattere del tuo bambino e delle tue necessità, scegli innanzitutto: asilo nido o baby sitter ? O nonni? Come spieghiamo nel post, ogni scelta ha i suoi pro e i suoi contro.
Il nido
Se preferisci il nido, sappi che puoi scegliere tra il nido ordinario e il nido in famiglia (o tagesmutter). Dalla lettura del post potrai orientarti fra le due soluzioni (a patto che nella tua città esista almeno un servizio di tagesmutter, formula che purtroppo non è presente in modo uniforme su tutto il territorio).
In ogni caso, visita numerose strutture prima di decidere: sul nostro post Come scegliere l’asilo nido nido riflettiamo sui parametri che ti guidano nella scelta.
Nel pianificare il tuo ritorno al lavoro dopo la maternità, tieni presente che l’inserimento al nido è un processo che ha i suoi tempi, a volte lunghi.
E pensa a un piano B: il primo anno di asilo i bambini si ammalano spesso. Meglio considerare di avere una baby sitter a chiamata, a cui ricorrere per le emergenze.
La baby sitter
Affidare il bambino a una baby sitter, rispetto al nido, presenta due vantaggi principali: flessibilità di orario e aiuto nel lavoro domestico. Anche se fra i compiti di una baby sitter non rientrano necessariamente le faccende domestiche, puoi comunque trovare un accordo. E almeno ti aiuterà nella gestione della stanza, del corredino, delle pappe.
Prima di cominciare a cercare la baby sitter, raccogli tutte le informazioni di tipo economico e burocratico, per poter ben pianificare il tuo budget. Informati cioè su:
- tariffe della baby sitter
- come mettere in regola la baby sitter
- pagare i contributi baby sitter 2018
Cercare la baby sitter on line può essere una buona idea (e veloce). Se opti per una soluzione di questo tipo, affidati a un sito di ricerca baby sitter.
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Poi puoi dare inizio all’iter di selezione:
- lettura dei CV (se tuo figlio è molto piccolo, meglio scegliere una baby sitter per neonati, che abbia già dell’esperienza)
- colloquio conoscitivo (cosa chiedere alla baby sitter)
- periodo di prova.
Prenditi il tuo tempo in questa fase, non ridurti troppo a ridosso del tuo rientro al lavoro dopo la maternità. Infatti dovrai avere modo, con calma, sia di abituare il bambino alla baby sitter sia di verificare di aver davvero scelto la baby sitter perfetta per tuo figlio.
Tutto ok? Adesso sei davvero pronta per tornare al lavoro!
Cosa fare DOPO essere tornata al lavoro dopo la maternità
Se prima nella tua vita di coppia o da single avevi la sensazione di avere sempre tutto sotto controllo e di riuscire a realizzare quanto pianificato, ora, da genitore, devi imparare ad accettare la miriade di variabili imprevedibili che i bambini e la loro gestione riescono a introdurre.
Accetta di delegare
Ciò è doppiamente valido se devi tornare al lavoro dopo la maternità del tuo secondo figlio. In questo caso, smetti di pensare di dover fare tutto tu e comincia a farti aiutare, anche dal più grande, per esempio a tenere in ordine la cameretta.
La sfida è diventare più flessibili soprattutto verso noi stesse: imparare ad accettare che le cose possano esser fatte anche dopo o anche da altri, che le faranno magari in modo diverso da come le avremmo fatte noi, ma va bene lo stesso.
Se ne hai la possibilità, prendi un aiuto per le faccende domestiche, anche una volta alla settimana o una volta ogni quindici giorni. Se tuo figlio ha bisogno diuna mano per i compiti a casa, fallo seguire da un aiuto compiti.
Al lavoro dopo la maternità, stacca la spina
Quando non lavori e tuo figlio dorme, dormi anche tu. L’asse da stiro può aspettare. Se ti piace viaggiare e serve a rigenerarti, parti. Ci sono in Italia decine di mete adatte a week end con i bambini. Vai. Si può anche portare un neonato in viaggio senza problemi. Al limite, perché il riposo sia completo, puoi anche farti accompagnare dalla baby sitter in vacanza.
In questo modo sarai sicura di riuscire a dedicare un po’ di tempo a te stessa: un’ora di palestra, un massaggio, un libro.
Tempo di qualità col tuo bambino…
Fatto, tornata a casa dal lavoro. Invece di metterti a spolverare o chiuderti in cucina (ci sono moltissime soluzioni di cene veloci per bambini a cui ricorrere!) dedicati a tuo figlio completamente.
Stabilisci con lui un piccolo rituale, che sia il bagnetto, seguito da coccole e dalla lettura di una fiaba. Se hai due bambini, un neonato e un fratellino più grande, dedica del tempo anche al maggiore: c’è un’infinità di giochi da fare in casa con i bambini. Il fine settimana, programma sempre un’attività che possa fargli piacere: imparare ad andare in bicicletta, se ha l’età giusta. Oppure un lavoretto con i contenitori delle uova. E quando fai addormentare il tuo bambino prenditi sempre una pausa di intimità con lui.
…e niente sensi di colpa
Soprattutto niente sensi colpa, niente panico se tuo figlio è nervoso e irritabile. I “bambini difficili” ti stanno in fondo solo facendo una richiesta di attenzione, che non avrai difficoltà a comprendere e a gestire. Senza che diventi un ricatto.
E soprattutto, niente panico se tuo figlio preferisce la baby sitter, o almeno così ti sembra. Sono comportamenti del tutto normali che, una volta compresi, riuscirai senza problemi a disinnescare.
Insomma, non è una colpa essere una mamma che lavora! Anzi, secondo gli Invalsi i figli delle mamme che lavorano vanno meglio a scuola!
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