La tagesmutter è una “mamma di giorno” che, a casa propria, ha creato un nido famiglia. O nido familiare: insomma, un luogo dove accoglie i bambini di cui si occupa mentre i genitori sono al lavoro. Ma come aprire un nido famiglia? Continua a leggere, ed avrai tutte le info che ti servono per cominciare questa nuova avventura.
Indice
Se sei una mamma in cerca di un’attività che permetta di conciliare al meglio figli e e lavoro. Un’educatrice che ha voglia di mettersi in proprio. O sei laureata in scienze della formazione, ami i bambini e ti va di inventarti un lavoro. Oppure sei una baby sitter che ha voglia di fare il salto di qualità… Be’, se ti sembra che parli di te forse sei già una Tagesmutter.
Come forse già sai un nido famiglia è un ambiente, generalmente una casa privata, in cui la Tagesmutter accoglie un piccolo numero di bambini dai tre mesi ai tre anni. La Tagesmutter non è né una baby sitter né una vice-mamma, ma un’educatrice specializzata in prima infanzia che stabilisce con le famiglie un preciso patto educativo e impegna i bambini in attività ludiche e stimolanti. E il nido famiglia non è né un asilo nido né un parcheggio, ma una casa a misura di bambini: sicura, salubre, attrezzata per il gioco e a la scoperta del mondo.
Se ti interessa saperne di più sulle differenza fra asili nidi tradizionali e nidi familiari, ti consiglio di leggere anche il nostro post di guida alla scelta: nido famiglia o asilo nido? Abbiamo fatto un ritratto comparato delle due realtà che potrà esserti utile anche se non hai un figlio da iscrivere ma piuttosto stai pensando di iniziare un’attività con i bambini.
Nelle righe che seguono ci occuperemo dei nidi in casa (o nidi domiciliari o nidi in famiglia: li si chiama in molti modi, in Italia) dal punto di vista dell’imprenditrice che vuoi diventare. Come aprire un nido famiglia? Quali sono i requisti che una Tagesmutter deve possedere, e quali sono invece in vincoli relativi agli ambienti? E lato burocrazia, che fare?
Per cominciare: come diventare Tagesmutter
La Tagesmutter nasce e si diffonde nei paesi nordeuropei e in Germania. Arriva in Italia attraverso le esperienze del Trentino dove le “mamme di giorno” si organizzano in cooperative e cominciano a strutturare modelli operativi e set di competenze. Il concetto di nido famiglia è vicino alla pedagogia Waldorf o steineriana e alle teorie di Maria Montessori: anche per questa ragione il ruolo degli ambienti, degli oggetti e della formazione della Tagesmutter è tanto rilevante.
Aprire un asilo a casa propria, quindi, vuol dire in primo luogo scegliere di iniziare un percorso di formazione continua. Insomma, non si tratta di attrezzare una casa e cercare i primi clienti. Si tratta di aderire piuttosto a una visione pedagogica che vede nel nido famiglia un luogo simbolico ed educativo, una “estensione della casa” per il bambino. E di modificare la propria casa per farla diventare un luogo di accoglienza, stimolo e crescita.
Al momento in cui scriviamo non esiste una legislazione nazionale che stabilisce i requisiti che una Tagesmutter deve avere per poter aprire un nido in casa. Essi sono disciplinati in maniera diversa da Regione a Regione. Per questo, ti consigliamo di verificare presso il tuo Comune di residenza o presso gli uffici regionali competenti.
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La formazione della Tagesmutter: la situazione attuale
Come dicevamo la situazione cambia da Regione a Regione. Tuttavia, in linea generale, si possono identificare delle linee guida generali, condivise quasi dappertutto:
- per poter aprire aprire un nido in casa bisogna essere in possesso di una laurea in scienze dell’educazione oppure in scienze della formazione;
- in alternativa, è necessario seguire un corso di formazione per Tagesmutter, di durata oscillante fra le 200 e le 400 ore, a seconda della Regione. Il corso deve essere erogato da un ente di formazione riconosciuto e comprendere varie ore di tirocinio pratico (da un quarto a un terzo) presso nidi domiciliari accreditati.
I corsi di formazione per aprire un nido famiglia comprendono materie come il primo soccorso, le manovre di disostruzione pediatrica, elementi di pedagogia e psicologia, salute e sicurezza, legislazione e fondamenti di marketing. I corsi di formazione sono molto importanti per imparare a progettare le attività espressive e creative da proporre ai bambini: laboratori di manipolazione, attività artistiche e musicali, gioco in inglese ecc.
Requisiti personali per aprire un nido famiglia: il prossimo futuro
Ad aprile 2017 sono stati approvati otto decreti della Buona Scuola concernenti la creazione di un Sistema integrato dell’educazione da 0 a 6 anni. In questo quadro si è determinata la volontà di:
- considerare i nidi a tutti gli effetti servizi educativi all’infanzia e non più servizi di assistenza;
- uniformare l’offerta qualitativa e quantitativa di servizi all’infanzia in tutta l’Italia;
- ampliare tale offerta fino al 33% della popolazione fino ai 3 anni.
Dal punto di vista della Tagesmutter futura il decreto è importante perché:
- ampliare i servizi educativi dell’infanzia fino ad assorbire il 33% della popolazione vuol dire che che ci sarà spazio (e finanziamenti, presumibilmente) per i servizi alternativi all’asilo nido pubblico, come i nidi domiciliari, appunto;
- uniformare i servizi educativi vuol dire anche uniformare la qualificazione degli educatori e delle educatrici. Sarà dunque necessaria una laurea in Scienze dell’educazione ad indirizzo specifico, oppure una laurea quinquennale in Scienze della formazione primaria con un corso di specializzazione.
Tagesmutter e nidi famiglia in rete
Per una mamma di giorno che abbia completato i suo percorso, l’ultimo passo – non obbligatorio ma molto diffuso – è quello di diventare socia di una cooperativa o di un’associazione. Questa prassi è raccomandata dalla Domus Associazione Nazionale Gestori Servizi Tagesmutter. Domus è nata dall’esperienza dei nidi familiari del Trentino. Si propone di diffondere le buone prassi in tutte le altre regioni d’Italia, oltre che di uniformare gli standard di qualità del servizio. Secondo il modello proposto da Domus ogni Tagesmutter deve far capo ad un Ente. E, in buona sostanza, non lavorare in proprio, neanche da un punto fiscale. Questo modello è adottato anche da altre realtà indipendenti da Domus con il fine di:
- fornire alle Tagesmutter professionalità specializzate (psicologhe, pedagogiste, logopediste, coordinatrici);
- proporre corsi di aggiornamento e altre occasioni di formazione continua;
- provvedere alla sostituzione della Tagesmutter se impossibilitata a lavorare;
- sostenere le Mamme di giorno in tutta la gestione del lavoro: dal rapporto con le famiglie fino agli aspetti gestionali e fiscali.
L’albo degli iscritti all’Associazione Nazionale Domus è riconosciuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre a Domus, esistono poi a livello locale moltissime cooperative e reti di nido famiglia a cui puoi rivolgerti per ricevere informazioni e consigli. Come Scarabocchiando a casa di, Tagesmutter Toscana, o la rete delle Tagesmutter Autonome. Tutte queste associazioni organizzano corsi di formazione per aprire un nido famiglia.
Fase due. Preparare gli spazi
Se la formazione dell’educatrice è importante, l’organizzazione degli spazi che dovranno accogliere i bambini non lo è di meno. Nel modello dei nidi domiciliari, infatti, la casa riveste un ruolo fondamentale. Molte famiglie preferiscono affidare un bambino piccolo a un nido domiciliare invece che a un nido tradizionale proprio per la continuità di spazi e di clima. Rassicurante e domestico.
Gli spazi che si intende adibire a nido in casa dovrebbero preferibilmente coincidere con l’abitazione della Tagesmutter. I criteri di ammissibilità variano da Regione a Regione ma di certo gli ambienti devono avere tutti i requisiti standard di abitabilità e sicurezza. Infine, per aprire un nido in famiglia devi disporre di un appartamento luminoso, ben areato e non al piano seminterrato.
Per quanto riguarda i metri quadri necessari non c’è una legislazione uniforme: considera comunque dai 4 ai 7 mq a bambino. Più gli ambienti per la pulizia, il cambio e il riposo. In generale, per aprire un nido famiglia secondo le regole dovrai organizzare la tua casa in modo da avere:
- un ambiente dove accogli i bambini, togli i giacchini, e depositi le scarpe;
- un angolo gioco senza spigoli o altri pericoli, preferibilmente rivestito da materiale soffice come tappetoni di gomma;
- un’area riposino con lettini o sdraiette;
- una cucina dove mangiare;
- un locale igienico con fasciatoio e vasetto.
Se vuoi avere un’idea della dotazione di giocattoli e attrezzatura per allestire il tuo spazio gioco ti consigliamo di dare un’occhiata ai nostri post sui regali per bambini di 1 anno, regali per bambini di due anni, regali per bambini di 3 o 4 anni, giochi per bambini di 1 e 2 anni, attività per bambini di 3 anni, e il post sui giochi da fare in casa con materiali comuni per un approccio più montessoriano alle attività. Ci troverai davvero molti spunti.
Step burocratici per aprire un nido famiglia
L’ultimo ostacolo che devi affrontare per aprire un nido famiglia riguarda la burocrazia e i permessi. L’iter burocratico varia su base locale, ma praticamente dappertutto è necessario fare una SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività presso il tuo comune di residenza. Quando invii la SCIA (che in molte località si può fare on line) tieni pronta tutta una serie di certificati che potrebbero esserti richiesti: abitabilità dei locali, impianti a norma, anti-incendio, HACCP per la manipolazione degli alimenti se ti è richiesta. Normalmente la SCIA funziona per silenzio assenso. In altre parole non dovrai attendere un’autorizzazione ma potrai iniziare subito; se gli uffici competenti troveranno qualche anomalia ti chiederanno di correggerla.
Come sai, e con piccole differenze locali, la ASL è tenuta a verificare l’idoneità dei locali del tuo nido domiciliare. Aspettati dunque visite degli ispettori su base regolare.
Sulla forma giuridica da dare alla tua attività consultati con un commercialista e con un referente di una rete di nidi famiglia o di un’associazione se hai deciso di farne parte. Puoi decidere di aprire partita IVA se vuoi lavorare in autonomia. Se invece preferisci lavorare con una cooperativa, stabilirai con essa un rapporto di collaborazione continuativo e sarai pagata in base al numero di bambini di cui ti occupi.
In alcune regioni i nidi in casa non possono avere finalità profit: verifica presso gli uffici competenti della tua Regione. Molte realtà si organizzano come associazione fra famiglie, con una scrittura privata a regolare i rapporti fra gli associati.
Ricorda che potrai accogliere un numero massimo di bambini, di solito non più di cinque compresi i tuoi figli, se ne hai. In molte Regioni esiste anche un numero massimo di bambini sotto l’anno che si possono ammettere: tre, nella maggior parte dei casi.
Quanto costa e quanto si guadagna ad aprire un nido famiglia
I costi riguardano la formazione iniziale (qualche centinaio di euro, ma dipende parecchio dall’Ente) e l’acquisto di materiale ludico, lettini, arredo ed attrezzature varie. La spesa da sostenere dipende molto da come deciderai di organizzarti. Se sarai brava a recuperare lettini dalle amiche che non li usano più oppure a fare un accordo con un nido privato che dà in comodato d’uso giochi e attrezzatura, dovresti riuscire a contenere le spese.
In ogni caso, considera i 1000 euro come una buona base di partenza. Non dimenticare di stipulare un’assicurazione di responsabilità civile. Inciderà un po’ sui costi, ma è imprescindibile.
I guadagni dipendono invece da quanti bambini accoglierai e per quanto tempo: poche re al giorno oppure dalla mattina fino alla sera? Il pasto è compreso o no? Per fissare il tuo prezzo, considera che un nido privato tempo pieno, a seconda delle zone, può costare dai 400 ai 700 euro. Tu, per un servizio analogo, cerca di fare prezzi concorrenziali. Tieniti un po’ più bassa (e magari un po’ più alta di un nido comunale, anche se lì entrano discorsi di reddito che non spetta a te fare).
Qualche risorsa utile se vuoi aprire un nido famiglia
Concludiamo con un piccolo elenco di risorse che potranno esserti utili per informarti un po’ prima di aprire un asilo nido famiglia. Libri:
- Elisabetta Mottino, Professione tagesmutter. Suggerimenti e consigli pratici per aprire un asilo nido in casa, Franco Angeli 2014.
- Il servizio Tagesmutter, Un servizio innovativo a favore delle famiglie. L’esperienza del Comune di Parma, a cura di A. Santuari, Edizioni Domus.
- Caterina Masè e Rosi Rioli, Per una pedagogia della Domesticità, Edizioni Domus.
Un buona risorsa on line per avere informazioni pratiche è quello di Zeroseiplanet, centro di ricerca e formazione sui servizi all’infanzia.
E, ultimo ma forse più importante, un documento riassuntivo di tutta la situazione legislativa sui nidi familiari, Regione per Regione, stilata dal Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, organismo del ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Che dici, ti lanci in questa avventura?
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