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Contributi INPS 2019 per la baby sitter: le info che ti servono

contributi baby sitter

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Se hai già una baby sitter in regola, ti stai forse chiedendo cosa cambia per i contributi baby sitter 2019. Se invece non hai ancora assunto una baby sitter, i tuoi dubbi riguardano forse aspetti più generali: come calcolare i contributi baby sitter? A quanto ammontano? Quanto peseranno sul mio budget familiare? Per rispondere a queste domande abbiamo preparato la piccola guida che segue. Buona lettura!

Come noi diciamo sempre, nonostante quello che troppo spesso si crede e si fa, mettere in regola la baby sitter conviene. Pagare in nero la baby sitter è sempre una pessima idea. Inannzitutto esponi te e la tua famiglia al rischio di controlli e (pesanti) sanzioni. Poi non proteggi a sufficienza la sicurezza dei bambini. Infine, non garantisci al lavoratore le condizioni contrattuali e di previdenza che sono doverose. Insomma, proprio no!


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Quindi, quando si mette in regola una baby sitter si devono pagare i contributi. Anche se di solito lasciamo fare tutto al commercialista, oppure ci affidiamo allo strumento di simulazione calcolo contributi baby sitter  fornito dall’Inps, cerchiamo di capire un po’ meglio, “di prima mano”, come funzionano le cose.

Per fare chiarezza sulla materia, abbiamo chiesto lumi a Paola Mandarini, responsabile della sede romana di Assindatcolf, Associazione Sindacale Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico. Chi meglio di lei? Ecco quello che ci ha risposto, organizzato per punti chiave.

Contributi baby sitter: calcolo

Avvocato, quali sono le regole generali che si applicano per calcolare i contributi di un lavoratore domestico? Quali parametri entrano in gioco e quali variabili?

Sono 3 i parametri che concorrono a determinare il valore dei contributi previdenziali: l’orario settimanale; la retribuzione; la tipologia del rapporto di lavoro (a tempo determinato o indeterminato). In linea generale si può affermare che più lungo è l’orario di lavoro, minore sarà l’importo contributivo orario da destinare alla previdenza.

Al di sotto delle 24 ore settimanali esistono invece 3 fasce contributive ed il valore orario da applicarsi si determina sulla base della retribuzione effettiva oraria. Attenzione a questa definizione:  non stiamo parlando della semplice retribuzione oraria concordata dalle parti al momento dell’assunzione. Parliamo  di un valore che comprende anche la tredicesima mensilità ripartita in misura oraria e, nel caso del lavoratore convivente, anche del vitto e dell’alloggio.

Contributi INPS lavoro domestico 2019: a quanto ammontano

I valori dei contributi sono adeguati ogni anno dall’INPS. Quali sono quelli comunicati per il 2019 e quali differenze rispetto al 2018?

Come accade ogni anno in questo periodo, l’Inps ha  comunicato i nuovi valori contributivi per i lavoratori domestici relativi all’anno 2019. Nuovi e leggermente aumentati rispetto all’anno precedente per effetto della variazione annuale dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (+ 1,1%). Nessun allarme però, perché stiamo parlando di incrementi che variano da 1 a 3 centesimi l’ora.

Sopra le 24 ore settimanali, per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato il contributo orario da versare è fisso e per l’anno 2019 è pari a 1,04 euro, di cui 0,26 sono a carico del lavoratore, da recuperare in busta paga. Mentre per i lavoratori assunti a tempo determinato la quota oraria è pari a 1,11 euro, di cui 0,26 a carico del domestico.

Tabella contributi colf  badanti baby sitter 2019

Sul sito di Assindatcolf è pubblicata  la tabella contributiva 2019, dei valori dei contributi baby sitter 2019 stabiliti dall’INPS. La puoi leggere direttamente sul sito di Assindatcolf. Qui vale solo la pena dare una veloce chiave di lettura.

Come dicevamo, la prima divisione fondamentale riguarda la tipologia di assunzione baby sitter che hai scelto: 

Ciascuna categoria si divide poi ulteriormente a seconda del numero delle ore lavorate dalla baby sitter ogni settimana:

Cerca nella tabella il tuo caso e poi moltiplica  il valore del contributo orario che trovi per il numero di ore lavorate. 

Quando si pagano i contributi baby sitter

Abbiamo poi chiesto all’avvocato Paola Mandarini quando versare i contributi. Ecco cosa ci ha risposto:

Le scadenze da segnare sul calendario sono 4, poiché i contributi previdenziali domestici devono essere versati trimestralmente:

Perché è importante rispettare le scadenze

Essere in regola con il versamento contributivo è un obbligo per ogni datore di lavoro. Non rispettarlo significa non solo incorrere in multe e sanzioni ma anche mettere a rischio il lavoratore. A questo proposito è bene ricordare che il versamento contributivo garantisce anche la copertura Inail in caso di infortunio. Un motivo in più per essere in regola con i versamenti.

Altri obblighi assicurativi: Cas.sa Colf

È obbligatorio per le famiglie che assumono un lavoratore domestico – baby sitter, colf o badante – iscrivere i lavoratori alla Cassa mutua per colf e badanti, detta brevemente Cas.Sa.Colf.

Questa cassa  assicura alla baby sitter il diritto a ottenere prestazioni sanitarie in caso di malattie e infortuni. Ma non solo:  assicura a te  una copertura assicurativa che ti garantisce non solo verso la baby sitter ma anche verso terzi che dovessero aver subito danni a causa del comportamento della baby sitter durante l’orario di lavoro. I contributi Cas.sa Colf si versano insieme a quelli dell’INPS, per questo l’avvocato Mandarini ci raccomanda:

Infine non dimenticatevi di garantire al lavoratore anche la copertura sanitaria complementare di Cassacolf (codice F2). Il versamento deve essere fatto osservando la stessa tempistica prevista per la parte previdenziale. L’importo dovuto è pari a 0,03 euro per ogni ora versata all’Inps.

Sgravi fiscali per assunzioni baby sitter

Certo, a volte abbiamo paura che fare un regolare contratto baby sitter possa appesantire il nostro budget familiare. Ma, anche se versare all’INPS i contributi baby sitter è effettivamente una spesa, parte di quella spesa possiamo recuperarla. Come? Approfittando della deduzione contributi per lavoratori domestici e familiari a cui abbiamo diritto. Insomma, al momento di fare la dichiarazione dei redditi qualcosa possiamo recuperare. Anche di questo abbiamo parlato con Paola Mandarini.

Le famiglie che assumono regolarmente una baby sitter per i loro bambini possono usufruire anche di vantaggi fiscali. Quali?

Per chi assume una tata e più in generale un lavoratore domestico, è possibile portare in deduzione la quota a carico del datore dei contributi versati all’Inps per un massimo di 1549,37 euro. Qualche altro vantaggio può arrivare per i dipendenti che beneficiano dei piani di welfare aziendale, poiché sono previsti rimborsi per la figura della baby sitter.

Ora, il quadro su come si calcolano, quando si versano e a quanto ammontano i contributi baby sitter 2019 dovrebbe essere più chiaro. Per completare le informazioni, ti consigliamo di dare un’occhiata anche alla nostra guida su come mettere in regola la baby sitter. Ci troverai utili informazioni sulle varie tipologie di contratto baby sitter e sulle possibilità di inquadramento.