Ogni mamma che lavora cerca la baby sitter perfetta, quella in grado di occuparsi di suo figlio proprio come lei. Eppure, quando accade di trovarla, e il bambino dimostra attaccamento e affezione, un campanello di allarme scatta nella testa della mamma: ma mio figlio preferisce la tata a me?!? Accompagnaci in questo viaggio all’interno della complicata relazione fra mamma e baby sitter. Scopri come gestirla, cosa significa e dove intervenire. Cominciamo?
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Post dedicato alle mamme che lavorano. Quelle più conflittuate, tirate di qua e di là. A metà fra il giusto desiderio di coltivare una carriera lavorativa e una identità extra-domestica e il naturale istinto di occuparsi del proprio bambino (e di essere la prima nel loro cuore, evidentemente).
Quando giunge il momento di tornare al lavoro, dopo gli idilliaci mesi dell’allattamento e del congedo maternità, per molte mamme arriva il memento di decidere: chi si occuperà del bambino? A chi affidarlo, asilo nido o nonni? E se fosse invece meglio ricorrere a un nido in famiglia?
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Se hai deciso di cercare una baby-sitter, perché preferisci elasticità di orari e lasciare che tuo figlio trascorra ancora un po’ di tempo all’interno delle rassicuranti mura domestiche, di certo hai affrontato tutto il processo di ricerca. Ti sei chiesta quali sono le competenze della baby sitter, quali sono le caratteristiche della baby sitter perfetta, quali domande fare alla baby sitter durante il primo approccio, il colloquio di selezione di una baby sitter. Bene, l’hai trovata. Hai anche fatto in modo di abituare il bambino alla baby sitter, gradatamente e con successo. E cosa è accaduto? È accaduto che quando torni a casa, e interrompi i loro giochi, tuo figlio piange. Idem quando la baby sitter va via. E come mai con te a cena non mangia, mentre la baby sitter nel suo resoconto di fine giornata ti dice che ha mangiato tutto? Davvero tuo figlio preferisce la tata?
Già il fatto di porsi tutte queste domande è difficile per una mamma. E la risposta – sì, mio figlio preferisce la tata – è spesso angosciante. Perché va a rinforzare i sensi di colpa che purtroppo molte mamme lavoratrici hanno, come forse tu sai bene. In effetti, il ruolo che le mamme lavoratrici si aspettano dalle baby sitter ha qualcosa di paradossale. Da una parte si augurano che il bambino sia amato da chi se ne occupa, e crei con questa persona un legame emozionale forte. Dall’altro si sentono minacciate. E giudicano il rapporto fra bambino e baby sitter “morboso” quando funziona.
Altre mamme, magari tu sei fra queste, saranno invece confortate. Il bambino è davvero in buone mani e il fatto che non senta la mancanza della mamma, costituisce una rassicurazione (mio figlio sta bene mentre io lavoro) piuttosto che una minaccia (non mi riconosce come sua mamma).
Mio figlio preferisce la tata: ma è davvero così?
Innanzitutto, la convinzione che il bambino preferisce la tata da quali comportamenti del bambino (e della mamma) deriva? Un’analisi delle situazioni in cui il bambini manifesta questa supposta preferenza basta di solito a smitizzare la situazione, e quindi a ridurre la paura.
In molti casi, l’attaccamento del bambino alla baby sitter non rappresenta una reale sostituzione di ruoli, ma solo una naturale espressione di interessi “egoistici”. Se la baby sitter è la compagna fantasiosa dei suoi pomeriggi di gioco, se il tempo con lei trascorre fra divertenti giochi da fare in casa, è normale che al ritorno dal lavoro tu sia un po’ la guastafeste. Finito il tempo dei giochi, comincia quello delle cose più noiose: bagnetto-cena-letto, per esempio. Ma a ben guardare, questo ha davvero a che fare con il legame primario fra il bambino e la sua mamma?
Oppure, potrebbe trattarsi di qualcosa di più superficiale: semplicemente il tempo passato con la baby sitter è più divertente perché “de-regolato”. In altre parole, la baby sitter fa fare al bambino quello che vuole, e lo vizia un po’ (o parecchio). Questo è l’unico caso in cui devi intervenire con la baby sitter. Il rispetto di regole comuni è infatti alla base di ogni relazione fra le figure che condividono la cura di un bambino. Esigi che la tata rispetti alla lettera le istruzioni per la baby sitter che hai condiviso con lei. Se non lo fa, non è adatta al suo ruolo.
In altri casi, quando ti sembra che tuo figlio preferisce la tata in realtà ti sta chiedendo delle cose. L’amore per te non c’entra nulla. E tu sei ben lungi dall’essere stata sostituita. Quindi vale la pena mettersi in ascolto e passare all’azione. Vediamo come.
5 cose da fare per smettere di pensare che tuo figlio preferisce la tata
Posto che, come dicevamo, non è vero che tuo figlio vuole più bene alla baby sitter che a te ma, piuttosto, sta solo cercando di esprimere delle necessità, potrebbe essere una buona idea seguire i 5 passi qui sotto. Vedrai che riuscirai a riconsiderare la situazione in modo diverso e in taluni casi ad evitare le manifestazioni più estreme di rifiuto da parte di tuo figlio.
1. Non prendertela con la baby sitter. Anzi
2. Ritagliati del tempo di qualità con tuo figlio
3. Le prime cure materiali spettano a te, ricordatelo
Se hai l’impressione che tuo figlio preferisce la tata, forse dipende dal fatto che tuo figlio dimostra più a lei che a te l’attaccamento che tutti i “cuccioli” hanno verso chi si occupa di loro. Quindi, è il momento di riprenderti il ruolo di accuditrice primaria.
Se non puoi essere a casa a pranzo, cerca di esserci per la colazione e per la cena. La mamma è anche colei che nutre, quindi prepara da mangiare e mangia con tuo figlio, e aiutalo a mangiare se piccolo. Stessa cosa per il momento del sonno: devi essere tu, o il papà, ad accompagnare il bambino verso il riposo, a leggere un libro o raccontare una storia. Così come devi essere tu a svegliarlo al mattino. Tutto questo è molto rassicurante per il bambino e lo iauta ad identificarti come colei che tranquillizza e protegge.
Ugualmente importante la gestione dei momenti in cui il bambino non sta bene. Nei limiti del possibile, lavoro permettendo, dovresti esserci tu quando il bambino è malato e ha più bisogno di te. E in ogni caso non delegare visite mediche o simili.
4. Resta al corrente della vita di tuo figlio
Come si chiamano i suoi amichetti? Come è andata in piscina? Se proprio non puoi essere presente a tutte le sue attività, chiedi alla baby sitter di informarti puntuamente ogni giorno. E, ancora nei limiti del possibile, non delegare alla baby sitter l’aiuto-compiti. Prova ad esserci ogni tanto, aiutalo ad organizzarsi per fare i compiti a casa. Guarda i sui quaderni, chiedigli di parlarti della sua maestra. E, naturalmente, ai colloqui con la scuola vai tu. Non è un compito delegabile né ai nonni né alla baby sitter.
5. Sii paziente e smettila di preoccuparti
I piccoli interventi che ti abbiamo suggerito daranno i lori frutti, ma nulla succede o cambia dalla sera alla mattina. Sii paziente, continua ad avere fiducia nel tuo ruolo e nelle tue capacità e pian piano vedrai che tutti i comportamenti che ti avevano fatto dire mio figlio preferisce la tata presto smetteranno di manifestarsi. E tutto sommato ricorda che la mamma sei tu, il legame primario fra te e tuo figlio è quasi impossibile da spezzare. Certo, bisogna coltivare la relazione di fiducia e affidamento ogni giorno, senza sedersi sugli allori (io sono la mamma quindi tutto quello che faccio io è ben fatto) ma non devi smettere di ricordare che lui è il tuo bambino, e tu sei la sua mamma.
E tu che ci dici, ti è successo di trovarti a pensare che tuo figlio fosse più legato alla baby sitter che a te? Raccontaci la tua esperienza e il tuo modo di affrontare la situazione!