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La morte in culla è l’angoscia più grande di ogni genitore. Le statistiche mediche ci dicono però che il rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante può essere ridotto. Per questo, anche se la SIDS (questa la sigla inglese che definisce il fenomeno) ci fa paura, parlarne è un bene e aumenta la sicurezza del bambino. Sei pronta? Cominciamo.

La SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), detta comunemente “morte in culla”, è un fenomeno che può sconvolgere in modo inimmaginabile la vita di un genitore. Andare a svegliare il proprio bambino e trovarlo privo di vita è un evento tragico che ci fa ancora più  paura perché colpisce inaspettatamente bambini sani.

La scienza medica non sa ancora bene perché ciò accada.  Tuttavia la statistica ci viene in soccorso quando si tratta di identificare e ridurre i fattori di rischio. In altre parole non si conoscono le cause dirette, ma si sa quali comportamenti statisticamente si sono dimostrati efficaci per ridurre  il pericolo di “morte bianca in culla”.

Che cos’è la Sindrome della morte improvvisa del lattante

La SIDS è la morte inaspettata e improvvisa durante il sonno di un bambino al di sotto di un anno e apparentemente sano. Per diagnosticare questa sindrome, è necessario che tutte le indagini successive alla morte del bambino (autopsia, analisi delle circostanze e storia clinica) abbiano dato esito negativo. In altre parole: quando la morte rimane inspiegata e scientificamente inspiegabile si parla di “morte in culla”. Per questo si dice che la SIDS si definisce “per esclusione”. Un decesso, sebbene improvviso e notturno, di cui si identifichino cause accertate (per esempio un’infezione o una malattia metabolica) non potrà dunque essere classificato come  “morte bianca”.


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Morte in culla percentuale

Secondo l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, la SIDS colpisce in Italia 1 neonato su 1000. Secondo invece l’Associazione Semi per la SIDS, una ONLUS molto attiva ed autorevole, l’incidenza della sindrome della morte in culla nei paesi industrializzati è pari a 1 bambino su 2000. Il che corrisponde a 300 casi l’anno di SIDS in Italia. 250 sono i casi di Morte in culla secondo il Ministero della Salute.  Statisticamente la sindrome riguarda più i maschietti che le femminucce: il 60% contro il 40%.

Pericolo di morte in culla: fino a che mese

La domanda sorge spontanea in ogni genitore: fino a quando persiste il rischio di morte in culla? Le fonti che abbiamo citato sopra sono concordi nel dire che il fenomeno riguarda bambini entro il primo anno di età. E che statisticamente si verifica con maggiore frequenza fra il secondo e il quarto mese di vita.

Quindi, dopo l’anno si può tirare un sospiro di sollievo. Le morti improvvise e per cause sconosciute di bambini di età superiore ai 12 mesi  hanno un’incidenza decisamente inferiore: 1,3 su 100.000 bambini invece che 57 su 100.000 bambini.

Come avviene la morte in culla

L’evento avviene durante il sonno, di giorno o di notte, in culla ma non necessariamente: anche nel passeggino o nell’ovetto della macchina. In ogni caso, senza segni di sofferenza.

Morte in culla: cause

Utilizziamo la parola “cause” per ragioni di semplicità: in realtà per spiegare la SIDS la scienza non parla di cause ma di circostanze o comportamenti che negli studi sulla malattia si sono rivelati statisticamente più rilevanti. Ovviamente in materia ci sono anche luoghi comuni e credenze diffuse, alcune vere e alcune false. Vediamo quali.

Morte in culla e fumo

È vero: l ‘esposizione al fumo di sigaretta durante la gravidanza e dopo il parto triplica il rischio di morte improvvisa del lattante. Lo dice l’American Academy of Pediatrics che da anni studia e fa opera di divulgazione sulla SIDS.

Morte in culla e rigurgito

Falso, il rigurgito non ha nulla a che fare con la SIDS, si tratta davvero di una falsa credenza e di cattiva informazione. Non c’è nessuna evidenza scientifica che un rigurgito possa causare la morte del bambino, né che la posizione supina (neonato sulla schiena) possa aumentare il rischio di soffocamento da rigurgito.

Dormire nel lettone è pericoloso

Vero. Secondo gli studi della AAP l’abitudine di far dormire nel lettone i neonati aumenta il rischio di soffocamento o, per essere più precisi, aumenta il rischio che si determinino anomalie nelle aree del cervello che controllano la respirazione durante il sonno.  La stessa cosa vale per far dormire i neonati su divani, cuscinoni o piumoni. Così facendo si aumenta il rischio statistico di morte improvvisa del lattante.

La sindrome del QT lungo

Non tutte le “cause” della SIDS sono ambientali. Ci sono studi che collegano le morti in culla anche a fattori genetici. Gli studi si concentrano soprattutto sulla cosiddetta sindrome del QT lungo, una particolare alterazione del muscolo cardiaco che le statistiche hanno dimostrato avere una correlazione statistica con le morti bianche. Per questa ragione oggi i pediatri raccomandano uno screening eco-cardiografico che può salvare la vita al bambino.

Morte in culla prevenzione

Come abbiamo visto, anche se le cause della sindrome della morte improvvisa del lattante non sono ancora conosciute, gli studi epidemiologici hanno evidenziato un fatto importante. Esiste una correlazione statistica fra certi comportamenti e situazioni e la SIDS. Quindi correggendo tali comportamenti si può abbassare il rischio di morte in culla.

Da molti anni la AAP-American Academy of Pediatrics ha diffuso delle Raccomandazioni per la Riduzione del Rischio. Quando i Ministeri della salute dei vari paesi hanno cominciato a divulgare le semplici regole contenute nelle Raccomandazioni, i casi di morte improvvisa del lattante sono diminuiti drasticamente. Dal 35 al 50% in  USA, Francia, Nuova Zelanda, Australia, Paesi Bassi, Regno Unito.

Raccomandazioni per la Riduzione del rischio di morte in culla

Anche il nostro Ministero per la Salute ha recepito le Raccomandazioni per la riduzione del rischio diffuse internazionalmente, e ne ha fatto più volte oggetto di campagne di informazione. Qui di seguito trovi le semplici regole di comportamento che sono oggi l’arma migliore che abbiamo per prevenire le morti in culla. (Fonte: Testo originale delle Raccomandazioni  AAP aggiornate al 2016)

1 A nanna supino

La posizione per evitare la morte in culla è quella supina. Il bambino deve dormire sulla schiena fino al primo anno d’età (vedi anche il nostro post su come mettere a dormire un neonato). Le posizioni di lato e prona (a faccia in giù) aumentano il rischio di SIDS e non riducono affatto quello da soffocamento da rigurgito.

posizione supina per prevenire morte in culla

2 Su materassi sottili

Bisogna usare materassi sottili e piatti: evitare i vari memory foam e tutti i materassi dove si affonda ed evitare anche di far dormire il bambino in ovetti per auto, sdraiette e altri supporti.

3 In camera di mamma e papà, ma nella culla

Il neonato deve dormire nella stessa stanza dei genitori almeno per i primi 6 mesi ma preferibilmente fino al primo anno d’età. Questo accorgimento ha ridotto del 50% i casi di morte in culla. Parliamo di dormire nella stanza dei genitori ma non nel lettone: come abbiamo visto, il  bed sharing è sconsigliatissimo!

4 Poche coperte e niente altro in culla

Nella culla del neonato non ci devono essere peluche, oggetti morbidi, piumoni ampi e il bambino deve essere posizionato con i piedi che toccano il fondo della culla e coperto con lenzuola e coperte senza risvolti: meglio far indossare al bambino un pigiamino caldo che coprirlo con coperte ampie. Maggiori informaizoni su questo le trovi nel nostro post su come vestire il neonato.

5 L’allattamento al seno protegge

L’allattamento al seno è fortemente consigliato, e si è dimostrato preventivo nei confronti della SIDS anche nei casi in cui non era la forma di nutrizione esclusiva (neonati allattati anche al biberon).

6 Il ciuccio riduce il rischio

Gli studi dimostrano una riduzione del rischio di morte in culla nei bambini che vanno a dormire col ciuccio, per la notte o per il riposino (ovviamente il ciuccio deve essere privo di laccetti e catenine). Quindi per togliere il ciuccio ci sarà tempo, magari dopo i due anni.

7 Non esporre il bambino al fumo di sigaretta 

L’esposizione al fumo sia in gravidanza sia dopo la nascita è uno dei principali fattori di rischio. Nessuno deve fumare negli ambienti frequentati dai bambini.

8 Non fare uso di alcol e droghe

Soprattutto in abbinamento al bed sharing,  l’uso di alcol e droghe da parte dei genitori espone i bambini a un più elevato rischio di morte in culla.

9 Non coprire eccessivamente il bambino

Le ricerche dimostrano un aumento del pericolo di morte improvvisa del lattante se questo viene troppo coperto durante la notte, soprattutto con berretti e cappellini, e se la stanza è troppo calda. Sebbene sia difficile stabilire con certezza scientifica una temperatura ideale, si consiglia di mantenere intorno ai 20 gradi gli ambienti dove dormono i bambini.

10 I vaccini prevengono anche la SIDS

Esiste una minore incidenza di morte in culla nei bambini che sono regolarmente vaccinati secondo i protocolli vigenti.

Vuoi avere un quadro sintetico delle misure di prevenzione? Dai un’occhiata a questo poster, “Per loro è meglio”, creato e diffuso dal Ministero della Salute insieme a Società Italiana di Pediatria, Società Italiana di Neonatologia, Federazione Italiana Medici Pediatri e Collegi delle Ostetriche della Toscana:

Raccomandazioni riduzione rischio morte in culla

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