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Contributo baby-sitting o asilo nido: l’INPS non proroga per il 2019

Voucher baby sitting 2018: cosa sono e come si usano

Voucher baby sitting 2018: cosa sono e come si usano

Dal 2019 non si può più usufruire dei cosiddetti “voucher baby sitting”, più correttamente chiamati contributi baby sitting o asilo nido. Per il 2019 l’INPS ha infatti deciso di non prorogare il ricorso a questo strumento di sostegno alle famiglie. Scopri cosa puoi richiedere in alternativa. 

Si dice spesso che in Italia mancano delle politiche di sostegno alla famiglia. Purtroppo dal 2019  questo è ancora più vero. Il “contributo per l’acquisto di servizio di baby sitting”, che nel biennio 2017-18 era una forma alternativa al congedo parentale dal gennaio 2019 non esiste più. Prima, una mamma che dopo i 5 mesi di maternità decideva di tornare al lavoro e non usufruire del congedo parentale, poteva chiedere all’INPS dei contributi in denaro per pagare la baby sitter o l’asilo nido. Cioè retribuire chi si sarebbe occupato dei figli al suo posto. 

Dal 1 gennaio 2019 non è quindi più possibile presentare domanda per ilcontrbuto per acquisto di servizio di baby sitting. Ma cosa deve fare chi ha presentato domanda nel 2018?

Contributo per l’acquisto di servizi di baby sitting abolito. E se ho fatto domanda nel 2018?

Dal messaggio del 4 aprile 2019 dell’INPS si comprende finalmente come si devono comportare quelle mamme che hanno fatto domanda per il contributo baby sitting (erroneamente detto voucher baby sitter) nel corso del 2018. In parole povere, le mamme dovranno usufruire del servizio di baby sitting entro il 31 dicembre 2019:  “l’utilizzo dello stesso sarà possibile improrogabilmente entro il 31 dicembre 2019. In ogni caso, non è possibile lo svolgimento delle prestazioni lavorative per i
servizi di baby-sitting oltre la data del 31 dicembre 2019“.

Quindi una buona notizia: se hai fatto domanda nel 2018 hai ancora diritto al contributo baby sitter. Però sbrigati, se non lo hai consumato tutto, l’INPS ti toglierà questo diritto e lo convertirà di nuovo in giorni di congedo parentale. Ma  il calcolo del tempo non è a tuo favore:

Qualora residuassero mesi interi di beneficio non fruito, gli stessi saranno considerati oggetto di rinuncia con conseguente ripristino dei corrispondenti mesi interi di congedo parentale. A tal proposito, si ribadisce che il beneficio i questione è divisibile solo per frazioni mensili e pertanto, a titolo esemplificativo, nel caso di lavoratrice che abbia ottenuto un contributo baby-sitting di tre mesi (importo 1.800 euro) e abbia utilizzato il contributo, al 31 dicembre 2019, per un importo pari a 610 euro, si considera oggetto di rinuncia un solo mese, mentre gli altri due si considerano entrambi fruiti in ragione del superamento dell’importo di 600 euro, che determina l’impossibilità di frazionare il secondo mese di fruizione.

Quindi se al 31 dicembre 2019 hai utilizzato il contributo per una frazione di un mese, per esempio 15 euro sui 600 che ti spettano, L’INPS considererà che hai utilizzato tutto il mese. E tu perderai sia il denaro sia i giorni di congedo!

Ma vediamo se ci sono altre forme di sostegno alle famiglie di cui potresti usufruire.

Oltre i voucher baby sitting: le altre forme di sostegno alle famiglie

Assegno di natalità o Bonus bebè 2019

Il Bonus bebè per i nati nel 2018, altrimenti detto assegno di natalità, è un contributo mensile erogato dall’INPS alle famiglie con un ISEE inferiore ai 25.000 euro l’anno per i bambini nati o adottati dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2018.  Non parliamo di grandi  grandi somme: al massimo 1.920 euro l’anno,  cioè 160 euro al mese per 12 mesi. 


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Bonus asilo nido 2019

Un’altra forma di aiuto statale alle famiglie sono i bonus asilo nido. Questi consistono in un contributo pari a 1500 massimo, su base annua, che l’INPS riserva alle famiglie che ne fanno richiesta e possiedono i requisiti necessari. Il denaro viene  erogato direttamente alla famiglia ogni mese  a fronte delle spese sostenute per pagare l’asilo nido per bambini nati, adottati o affidati dal 1 gennaio 2016. I bonus asilo nido possono anche essere utilizzati per pagare cure di assistenza domiciliari a bambini con patologie tali da impedire di frequentare il nido.  In questo caso la somma viene concessa in un’unica soluzione. 

Bonus mamma domani

Completano il quadro i cosiddetti  bonus mamma domani. In questo caso, parliamo di un premio alla nascita: 800 euro una tantum che l’INPS concede a tutte le neo-mamme o alle gestanti dal settimo mese in poi. Come sempre avviene,  l’adozione è equiparata alla nascita “naturale”, quindi hanno diritto al bonus anche le mamme adottive. 

PS:  non fare confusione!

Non confondere il contributo baby sitter  con i cosiddetti  voucher baby sitter, oggi chiamati più propriamente Libretto di Famiglia. Questi ultimi sono dei titoli di pagamento, diciamo così, che puoi utilizzare per pagare e baby sitter in regola anche se occasionale.